VITE A SANTA CROCE

Domani sera alle 21.00, presso il teatro Remondini si terra’ uno spettacolo davvero speciale e che merita particolare attenzione.

Una classe di quinta elementare (ora i ragazzi sono in prima media) della scuola Canova lo scorso anno ha preparato uno spettacolo teatrale vero e proprio.
Ottimo il lavoro della maestra Barbara Bonato che con grande entusiasmo e passione ha accompagnato i ragazzi nella ricerca storica dei personaggi e dei fatti, nella stesura del copione e nelle frequenti prove.
Un grosso lavoro durato un intero anno scolastico.
Nello spettacolo si ricordera’ il tempo della Grande Guerra, le tradizioni della campagna bassanese, la vita semplice e dura di alcune famiglie. Un tempo che sembra lontano ma che vive nei ricordi tramandati ai nostri anziani.

Anche l’assessore Oscar Mazzocchin vi invita a partecipare e spiega: “E’ uno spettacolo nel quale i bambini parlano dei bambini, della guerra, delle famiglie bassanesi di un tempo e della necessità di tempo di pace”.
L’assessore sara’ presente allo spettacolo e ringraziera’ i giovani attori per il loro impegno e la loro bravura.
Ricordare la Guerra per costruire la Pace.

Non mancate!

TORNO SUBITO

Nulla di fatto, nessuna candidatura da parte delle minoranze per la presidenza della Commissione temporanea per il Ponte degli Alpini, tanti interventi completamente fuori dall’ordine del giorno (il primo punto prevedeva l’elezione del presidente della Commissione).
Non siamo nemmeno arrivati al primo punto…
Ci aggiorniamo a breve, intanto diffondiamo il testo del comunicato stampa diffuso ieri a firma dei tre capigruppo di maggioranza.

Testo del comunicato

Alla prova dei fatti la verità è venuta a galla: l’unico scopo della richiesta da parte dei gruppi di opposizione di istituire una commissione, temporanea o d’indagine, era di fare polemica indipendentemente dal voler fare chiarezza, dal voler monitorare i lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini. Di fronte alla disponibilità assoluta dell’Amministrazione e della maggioranza di mettere nelle loro mani la conduzione di una apposita commissione pubblica per verificare, analizzare, seguire lo svolgimento dei lavori di restauro del Ponte degli Alpini, le opposizione hanno rivelato l’unico scopo che da sempre guida le loro iniziative: denigrare il lavoro dell’Amministrazione e di fronte a qualsiasi disponibilità da parte della maggioranza alzare le richieste, fino ad arrivare a chiedere una commissione di indagine senza che vi fosse alcuna giustificazione perché mai come nel caso del Ponte degli Alpini l’iter è stato esaminato e analizzato da TAR, Consiglio di Stato, avvocati di parte, ecc.

La realtà è che è facile fare generiche critiche, ma è molto più difficile assumersi l’onere e la responsabilità di condurre una attività diretta. La verità è che di fronte al pericolo di dover riconoscere che l’Amministrazione ha sempre operato per il meglio, anche a fronte di una scelta imposta da un tribunale, le opposizioni hanno preferito fare marcia indietro. Se la paura delle opposizioni è quella di fare da parafulmine a questa Amministrazione, perché fare tutto questo “chiasso” per chiedere la commissione e poi, appena si intravvede la possibilità di doversi impegnare in modo attivo, fare marcia indietro?

E, come è loro stile, i gruppi di opposizione Impegno per Bassano, Lega Nord, Forza Italia e Bassano Congiunta lo hanno fatto senza alcun rispetto istituzionale verso i colleghi consiglieri, sia di maggioranza che gli altri di opposizione, inviando ai media un comunicato stampa, ancor prima di presentarsi in commissione. Un’amara presa in giro.

Dunque alla prova dei fatti, di fronte alla possibilità di concretizzare quanto richiesto, le opposizioni dicono di no. Un’occasione gettata alle ortiche e una grave mancanza di rispetto verso le attese della città. Pazienza. Questa riprova della falsa disponibilità delle opposizioni purtroppo non sorprende ma ci delude. Nel contempo, ci sprona a continuare nell’impegno di sostenere il non facile lavoro che Riccardo Poletto e la sua squadra svolgono con quotidiana serietà e in forte collaborazione con quanti operano negli uffici del nostro Comune. Sarà inoltre nostro compito migliorare ancor di più il dialogo che non si è mai interrotto con la Città e con i gruppi di specifico interesse per la vicenda del Ponte degli Alpini.

Firmato

Gianandrea Borsato – Partito Democratico

Renzo Masolo – Bassano per Tutti

Bruno Bernardi – Più Bassano

Torno subito

 

Nulla di fatto, nessuna candidatura da parte delle minoranze per la presidenza della Commissione temporanea per il Ponte degli Alpini, tanti interventi completamente fuori dall’ordine del giorno (il primo punto prevedeva l’elezione del presidente della Commissione).
Non siamo nemmeno arrivati al primo punto…
Ci aggiorniamo a breve, intanto diffondiamo il testo del comunicato stampa diffuso ieri a firma dei tre capigruppo di maggioranza.

Testo del comunicato

Alla prova dei fatti la verità è venuta a galla: l’unico scopo della richiesta da parte dei gruppi di opposizione di istituire una commissione, temporanea o d’indagine, era di fare polemica indipendentemente dal voler fare chiarezza, dal voler monitorare i lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini. Di fronte alla disponibilità assoluta dell’Amministrazione e della maggioranza di mettere nelle loro mani la conduzione di una apposita commissione pubblica per verificare, analizzare, seguire lo svolgimento dei lavori di restauro del Ponte degli Alpini, le opposizione hanno rivelato l’unico scopo che da sempre guida le loro iniziative: denigrare il lavoro dell’Amministrazione e di fronte a qualsiasi disponibilità da parte della maggioranza alzare le richieste, fino ad arrivare a chiedere una commissione di indagine senza che vi fosse alcuna giustificazione perché mai come nel caso del Ponte degli Alpini l’iter è stato esaminato e analizzato da TAR, Consiglio di Stato, avvocati di parte, ecc.

La realtà è che è facile fare generiche critiche, ma è molto più difficile assumersi l’onere e la responsabilità di condurre una attività diretta. La verità è che di fronte al pericolo di dover riconoscere che l’Amministrazione ha sempre operato per il meglio, anche a fronte di una scelta imposta da un tribunale, le opposizioni hanno preferito fare marcia indietro. Se la paura delle opposizioni è quella di fare da parafulmine a questa Amministrazione, perché fare tutto questo “chiasso” per chiedere la commissione e poi, appena si intravvede la possibilità di doversi impegnare in modo attivo, fare marcia indietro?

E, come è loro stile, i gruppi di opposizione Impegno per Bassano, Lega Nord, Forza Italia e Bassano Congiunta lo hanno fatto senza alcun rispetto istituzionale verso i colleghi consiglieri, sia di maggioranza che gli altri di opposizione, inviando ai media un comunicato stampa, ancor prima di presentarsi in commissione. Un’amara presa in giro.

Dunque alla prova dei fatti, di fronte alla possibilità di concretizzare quanto richiesto, le opposizioni dicono di no. Un’occasione gettata alle ortiche e una grave mancanza di rispetto verso le attese della città. Pazienza. Questa riprova della falsa disponibilità delle opposizioni purtroppo non sorprende ma ci delude. Nel contempo, ci sprona a continuare nell’impegno di sostenere il non facile lavoro che Riccardo Poletto e la sua squadra svolgono con quotidiana serietà e in forte collaborazione con quanti operano negli uffici del nostro Comune. Sarà inoltre nostro compito migliorare ancor di più il dialogo che non si è mai interrotto con la Città e con i gruppi di specifico interesse per la vicenda del Ponte degli Alpini.

Firmato

Gianandrea Borsato – Partito Democratico

Renzo Masolo – Bassano per Tutti

Bruno Bernardi – Più Bassano

CERIMONIA DI SAN BASSIANO Tanta, tanta CULTURA

CERIMONIA DI SAN BASSIANO

Tanta, tanta CULTURA! E molto altro…

Bella cerimonia, tante emozioni e tante attività svolte ed in fase di attuazione. Tante in fase di progettazione.
Bassano è una città viva innovativa e dinamica.
Grande soddisfazione per Bassano per Tutti e per i progetti che ha fatto nascere.
Premiato il lavoro dell’assessore Oscar Mazzocchin per l’importante riconoscimento a Bassano Città Europea dello Sport 2018.
Un lungo applauso per i giovani di “Io ci sto a fare fatica”. Un grande riconoscimento a Giovanni Spitale che ha ideato il progetto “Bassano Città del Dono”. Grande soddisfazione per l’impegno ufficiale di rivalorizzare il Parco Ragazzi ’99. Infine il riconoscimento all’impegno e al lavoro dal basso che ha permesso di ottenere nel nostro Territorio un grosso finanziamento dal Ministero dell’Ambiente per il progetto “Green to Go”, ci auguriamo che parta ufficialmente il prima possibile, ci stiamo già lavorando sodo!
Complimenti a tutti i premiati, dai neolaureati con le loro tesi di altissimo livello, alle associazioni, ai singoli.
Complimenti vivissimi!

Siamo sicuri che la soddisfazione più grande sia quella del Sindaco nel vedere una sala così gremita!

FISIOTERAPIA A BUFFET

Il titolo sembra lo slogan del nuovo centro medico di Bassano, il primo convenzionato dalla Regione Veneto nel territorio dell’Ulss 7 Pedemontana.

Sapete infatti che a Bassano è stato aperto un nuovo centro Medico Diagnostico/Riabilitativo e questa è, in apparenza, una buona notizia, per vari motivi. Si creeranno posti di lavoro e non pochi, tenendo conto dei lavori di ristrutturazione di un edificio dismesso (ex supermercato Lidl), dell’acquisto di attrezzature e macchinari diagnostici e di terapia fisica, dell’assunzione di medici, infermieri, fisioterapisti e personale amministrativo, ecc… Inoltre i pazienti del nostro territorio non dovranno più spostarsi presso altre strutture private fuori Bassano, potranno beneficiare di visite e trattamenti riabilitativi direttamente presso il centro medico convenzionato, evitando i tempi di attesa dell’ospedale, che in alcuni casi sono piuttosto lunghi.

Fin qui tutto sembra bello e utile, una nuova possibilità per migliorare l’offerta sanitaria del nostro territorio. In realtà non è tutto oro quel che luccica. Per capire come mai, è necessario fare qualche domanda diretta a chi, in Regione, ha preso questa decisione. La speranza è di ricevere delle risposte chiare. Dopotutto i Bassanesi (intesi come tutti gli abitanti del comprensorio Bassanese e afferenti all’Ulss 7 Pedemontana) dovranno poi sobbarcarsi la gestione economico/finanziaria di questa struttura attraverso le loro tasse: le prestazioni non sono gratis e la convenzione è a carico dei contribuenti.

Originariamente il centro doveva essere solo Medico/Diagnostico, e capiamo che un centro convenzionato del genere possa essere utile a Bassano. Non capiamo invece perché, solo in un secondo momento, si sia deciso di aprire anche alla Fisioterapia (privata convenzionata) cioè alle visite fisiatriche, i trattamenti riabilitativi e alle terapie fisiche (laser, ionoforesi, ultrasuoni…).

Premesso che a Bassano:

– Al momento della stipula della convenzione non c’era nessuna lista d’attesa per le prestazioni riabilitative.

– La struttura complessa di medicina fisica e riabilitativa dell’Ulss 3 in questi anni ha sempre dimostrato appropriatezza nelle prescrizioni cercando di erogare prestazioni riabilitative solo a chi ne aveva realmente bisogno, ottimizzando così le risorse economiche e di personale e responsabilizzando gli utenti.

– Questo è dimostrato da un dato molto chiaro: a differenza di Bassano in altre realtà venete dove sono presenti centri convenzionati c’è un numero di prescrizioni esageratamente superiore. Non può essere che a pochi chilometri di distanza tutti abbiano bisogno di fisioterapia e terapie fisiche e a Bassano invece stiano tutti bene.
Solo per farvi un’idea a Padova si erogano mediamente per ogni cittadino circa 4 prestazioni fisioterapiche all’anno, a Bassano (e anche a Santorso ancora prima che fossero unite nella stessa Ulss, n.d.r.) invece, fino ad ora, le prestazioni riabilitative erogate sono state 0,3/0,4 all’anno per abitante. Guarda caso né a Bassano, né a Schio non c’è mai stato un centro riabilitativo privato convenzionato.

Questi dati ci fanno pensare. Ecco dunque le domande che vorremmo rivolgere alla Regione:

– Recentemente sono stati assunti diversi Fisioterapisti in ospedale a Bassano perché sotto di organico e per sostituire alcuni pensionamenti. Era veramente necessario aumentare l’offerta riabilitativa attraverso il privato convenzionato?

– Il territorio bassanese ha sempre avuto Centri Riabilitativi privati, che soddisfacevano esigenze diverse rispetto egli utenti che si rivolgono alla struttura ospedaliera. Centri o studi privati eccellenti, che da molti anni avevano le caratteristiche per diventare centri convenzionati. Perché la Regione attraverso l’Ulss7 non ha pensato di valorizzare i centri privati già presenti al posto di convenzionarne uno che è stato creato da zero da un privato che gestisce altri Centri Medici esterni a Bassano?

– La nostra regione vuole veramente sostenere la sanità pubblica e semplificarne il funzionamento? Abbiamo saputo che alcuni pazienti che hanno fatto la visita fisiatrica nel centro privato convenzionato di Castelfranco (gestito dallo stesso gruppo di quello di Bassano) siano stati mandati a fare le terapie in quello di Bassano. Questo è strano, molto strano: noi avevamo capito che i pazienti non potessero fare la visita presso una Ulss e ricevere il trattamento riabilitativo presso un’altra Ulss. Due pesi e due misure?

Queste sono le domande che ci poniamo, anche perché utilizzare una parte di bilancio dell’Ulss Padovana per permettere la convenzione di un centro riabilitativo nel territorio di un’altra Ulss che, di fatto, non ne aveva bisogno ci sembra una cosa bizzarra, che richiede chiarimenti.

250 mila euro non sono pochi per la convenzione fino a fine 2017 (alcuni mesi di avvio) e permetteranno al centro privato in questione di erogare prestazioni con grande generosità, “a
buffet” come scrivevamo nel titolo. Infatti nei buffet solitamente non si mangia perché si ha realmente fame ma si mangia più del necessario (finché ce n’è) proprio perché il cibo viene
offerto in abbondanza.

L’ultima domanda allora viene spontanea: nel 2017 abbiamo utilizzato i soldi dell’Ulss Padovana (soldi di tutti…), nel 2018 invece chi metterà i soldi e quanti?

Questi soldi, al posto di sostenere il privato, non potrebbero essere destinati per l’assunzione di altro personale, strumentazioni, corsi e formazione per i dipendenti e per i medici, per migliorare l’offerta riabilitativa dell’Ospedale S. Bassiano?

Come Lista Civica siamo preoccupati perché le scelte del governo regionale non vengono spese informando i cittadini, e perché queste scelte non porteranno a un miglioramento della
sanità pubblica ma favoriranno il privato a spese dei cittadini. Non è questa l’autonomia che ci aspettiamo.

#difendiamolasanitapubblica

Bassano per Tutti diffonde volentieri questo comunicato della Rete Sostenibilità e Salute, da leggere con attenzione:

APPELLO DELLA RETE SOSTENIBILITÀ E SALUTE

I Fondi Sanitari “integrativi” e sostitutivi minacciano

la salute del Servizio Sanitario Nazionale

C’è accordo generale nell’auspicare un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) efficiente, che riesca a garantire cure efficaci per tutti in tempi rapidi e medici interessati e attenti alla nostra salute.

Tuttavia i tagli alla spesa pubblica avviati negli ultimi decenni e aumentati a seguito della crisi economica stanno incidendo fortemente sulle scelte di politica sanitaria e sul finanziamento del SSN sottraendo risorse importanti per lo stato di salute sia del SSN che dei cittadini di cui dovrebbe tutelare il diritto alla salute.

Negli ultimi anni inoltre, sull’onda di un trend internazionale intensificatosi in seguito alla crisi, accanto al SSN si è assistito all’emergere di un “servizio sanitario privato” in grado di erogare servizi e prestazioni fruite da una crescente quota di cittadini “assicurati”, che oggi si stima arrivino a 14 milioni.

Questo “servizio sanitario privato” comprende un variegato settore non profit, costituito da fondi sanitari, casse mutue e società di mutuo soccorso, previdenze sanitarie garantite dai datori di lavoro; e il settore for profit delle assicurazioni sanitarie commerciali. La logica in apparenza è semplice: dove non arriva il SSN, in seguito ai tagli progressivi, si crede possa arrivare tale servizio privato, integrando eventuali mancanze del SSN, fornendo uno strumento per la sua sostenibilità e costituendo un nuovo “pilastro” nella tutela della salute dei cittadini.

Su questa scia, di fronte all’arretramento del SSN, le organizzazioni e i cittadini che ne hanno la possibilità assicurano se stessi e le proprie famiglie, senza essere consapevoli che questo “servizio sanitario privato” rappresenta una delle maggiori minacce attuali per il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Le casse dello Stato infatti finanziano (tramite incentivi, detrazioni fiscali e oneri deducibili) la crescita di questo “servizio sanitario privato” a scapito del buon funzionamento del SSN. Per cui non solo si sottraggono risorse preziose al principale pilastro a reale tutela della salute di tutti i cittadini, il SSN; ma le fasce di popolazione più avvantaggiate dal punto di vista socioeconomico e da quello di salute che accedono a questo nuovo “pilastro” sanitario, grazie ai privilegi fiscali scaricano parte dei costi su chi non può accedervi e non ne usufruisce, pur versando in condizioni di salute in media peggiori.

Inoltre, al contrario di quanto la legge istitutiva intendeva evitare, più che integrare l’offerta del SSN verso bisogni di salute dei cittadini, questo servizio sanitario privato tende a sostituirvisi erogando, duplicandole, prestazioni nella maggior parte dei casi già disponibili.

Ma i fondi sanitari, casse mutue, previdenze sanitarie garantite dai datori di lavoro e assicurazioni sanitarie commerciali peggiorano la sostenibilità del SSN anche per altri motivi.

Il primo riguarda l'(in)efficienza: gestire milioni di transazioni connesse a questo servizio sanitario privato è molto dispendioso per i professionisti sanitari e le amministrazioni pubbliche, che devono sacrificare parte delle proprie risorse, anche di tempo, per negoziare, stipulare e rinnovare i contratti, documentare le prestazioni eseguite, tenere conto dei diversi regolamenti, eseguire i controlli delle centinaia di fondi che costituiscono questo servizio sanitario privato.

Un’ulteriore e più subdola minaccia riguarda il modo con cui i cittadini si relazionano con la propria salute e con le prestazioni sanitarie. Tali servizi sanitari privati, per sopravvivere, hanno bisogno di vendere il maggior numero possibile di prestazioni. Per garantire la propria sopravvivenza e sviluppo, inducono i cittadini a consumare un numero di prestazioni che permetta loro di avere ricavi sufficienti. C’è però spesso molta differenza tra il numero di prestazioni di cui necessitano tali servizi sanitari privati per sopravvivere e svilupparsi e ciò di cui i cittadini hanno davvero bisogno per una buona salute. Questi servizi sanitari privati finiscono così per aumentare il bisogno dei cittadini di consumare prestazioni anche non necessarie per la salute (quando non dannose), ma fondamentali per il mantenimento degli utili. All’aumento dell’offerta di prestazioni anche non necessarie fa così seguito un aumento della domanda.

Questo “secondo pilastro” è caldeggiato con l’intento dichiarato di ridurre le spesa sanitaria pubblica. Ma si può invece osservare che i paesi dotati di “sistemi assicurativi” (anche non profit, di tipo mutualistico) molto sviluppati, pur non avendo affatto migliori esiti di salute, hanno sia la spesa sanitaria totale, sia quella pubblica in media maggiori rispetto ai paesi in cui la presenza di fondi sanitari e assicurazioni commerciali è tuttora inferiore, come accade nei paesi con un SSN. Per l’aumento di transazioni amministrative improduttive e l’induzione di consumi sanitari anche futili, dove è più forte la componente privata del Servizio Sanitario la spesa sanitaria totale è maggiore (sia in termini percentuali sul PIL che come spesa totale). Ma è maggiore anche la spesa sanitaria pubblica, in netto contrasto con l’obiettivo dichiarato di ridurla, ed è persino maggiore la spesa privata complessiva (se non si considera solo quella pagata in modo diretto dai cittadini, ma le si somma la spesa privata intermediata da fondi sanitari e assicurazioni).

Non si dimentichi, infine, che il SSN italiano è nato anche perché le mutue erano andate in fallimento e sono state liquidate.

In considerazione della minaccia rappresentata per il SSN da tale sanità sedicente “integrativa”, la Rete Sostenibilità e Salute chiede agli enti pubblici, ai sindacati, ai cittadini, ai partiti politici di invertire la rotta, prima che l’attuale politica finanziaria e sanitaria determini la completa insostenibilità per il SSN e che molti cittadini siano esposti a un eccesso di prestazioni inutili e persino iatrogene, mentre tanti altri si trovino nell’impossibilità di potersi curare.

Pur riconoscendo i benefici che potrebbero derivare da servizi sanitari privati che si limitassero a offrire, a chi è libero di associarsi, prestazioni di efficacia provata e solo integrative all’attuale offerta del SSN, la Rete Sostenibilità e Salute chiede che cessino i privilegi fiscali destinati ai fondi sanitari, che alcuni vorrebbero estendere anche alle assicurazioni.

Le risorse derivanti dalla cessazione di tali privilegi fiscali sarebbero meglio destinate al potenziamento degli aspetti lamentati dai cittadini come inefficienze del SSN, a partire dalla riduzione delle liste di attesa per le prestazioni di efficacia provata, e dall’erogazione di assistenza domiciliare e cure odontoiatriche.

Bologna, 28 Ottobre 2017

Rete Sostenibilità e Salute

Associazione Dedalo 97

Associazione Frantz Fanon

Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

Associazione per la Decrescita

Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS-Ente Morale

Associazione Scientifica Andria

Centro Salute Internazionale-Università di Bologna

GDL Diritti Umani Psicologi del Piemonte

Federspecializzandi

Fondazione Allineare Sanità e Salute

Giù le Mani dai Bambini ONLUS

Italia che Cambia

Medicina Democratica ONLUS

Movimento per la Decrescita Felice

No Grazie Pago Io

Osservatorio e Metodi per la Salute, Università di Milano-Bicocca

People’s Health Movement

Psichiatria Democratica

Rete Arte e Medicina

Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina

Segretariato Italiano Studenti in Medicina, SISM

Società Italiana Medicina Psicosomatica

Slow Food Italia

Slow Medicine

Vivere sostenibile

PRIMI FIRMATARI

– Prof. Ivan Cavicchi – Docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Tor Vergata di Roma

– Dr.ssa Nicoletta Dentico – direttrice di Health lnnovation in Practice (HIP)

– Aldo Gazzetti – Forum per il Diritto alla Salute Lombardia

– Prof. Elena Granaglia – Professore ordinario di Scienza delle Finanze (SECS/P03) presso la Facoltà/il Dipartimento di Giurisprudenza di Roma3

Fisioterapia a buffet

Il titolo sembra lo slogan del nuovo centro medico di Bassano, il primo convenzionato dalla Regione Veneto nel territorio dell’Ulss 7 Pedemontana.

Sapete infatti che a Bassano è stato aperto un nuovo centro Medico Diagnostico/Riabilitativo e questa è, in apparenza, una buona notizia, per vari motivi. Si creeranno posti di lavoro e non pochi, tenendo conto dei lavori di ristrutturazione di un edificio dismesso (ex supermercato Lidl), dell’acquisto di attrezzature e macchinari diagnostici e di terapia fisica, dell’assunzione di medici, infermieri, fisioterapisti e personale amministrativo, ecc… Inoltre i pazienti del nostro territorio non dovranno più spostarsi presso altre strutture private fuori Bassano, potranno beneficiare di visite e trattamenti riabilitativi direttamente presso il centro medico convenzionato, evitando i tempi di attesa dell’ospedale, che in alcuni casi sono piuttosto lunghi.

Fin qui tutto sembra bello e utile, una nuova possibilità per migliorare l’offerta sanitaria del nostro territorio. In realtà non è tutto oro quel che luccica. Per capire come mai, è necessario fare qualche domanda diretta a chi, in Regione, ha preso questa decisione. La speranza è di ricevere delle risposte chiare. Dopotutto i Bassanesi (intesi come tutti gli abitanti del comprensorio Bassanese e afferenti all’Ulss 7 Pedemontana) dovranno poi sobbarcarsi la gestione economico/finanziaria di questa struttura attraverso le loro tasse: le prestazioni non sono gratis e la convenzione è a carico dei contribuenti.

Originariamente il centro doveva essere solo Medico/Diagnostico, e capiamo che un centro convenzionato del genere possa essere utile a Bassano. Non capiamo invece perché, solo in un secondo momento, si sia deciso di aprire anche alla Fisioterapia (privata convenzionata) cioè alle visite fisiatriche, i trattamenti riabilitativi e alle terapie fisiche (laser, ionoforesi, ultrasuoni…).

Premesso che a Bassano:

– Al momento della stipula della convenzione non c’era nessuna lista d’attesa per le prestazioni riabilitative.

– La struttura complessa di medicina fisica e riabilitativa dell’Ulss 3 in questi anni ha sempre dimostrato appropriatezza nelle prescrizioni cercando di erogare prestazioni riabilitative solo a chi ne aveva realmente bisogno, ottimizzando così le risorse economiche e di personale e responsabilizzando gli utenti.

– Questo è dimostrato da un dato molto chiaro: a differenza di Bassano in altre realtà venete dove sono presenti centri convenzionati c’è un numero di prescrizioni esageratamente superiore. Non può essere che a pochi chilometri di distanza tutti abbiano bisogno di fisioterapia e terapie fisiche e a Bassano invece stiano tutti bene.
Solo per farvi un’idea a Padova si erogano mediamente per ogni cittadino circa 4 prestazioni fisioterapiche all’anno, a Bassano (e anche a Santorso ancora prima che fossero unite nella stessa Ulss, n.d.r.) invece, fino ad ora, le prestazioni riabilitative erogate sono state 0,3/0,4 all’anno per abitante. Guarda caso né a Bassano, né a Schio non c’è mai stato un centro riabilitativo privato convenzionato.

Questi dati ci fanno pensare. Ecco dunque le domande che vorremmo rivolgere alla Regione:

– Recentemente sono stati assunti diversi Fisioterapisti in ospedale a Bassano perché sotto di organico e per sostituire alcuni pensionamenti. Era veramente necessario aumentare l’offerta riabilitativa attraverso il privato convenzionato?

– Il territorio bassanese ha sempre avuto Centri Riabilitativi privati, che soddisfacevano esigenze diverse rispetto egli utenti che si rivolgono alla struttura ospedaliera. Centri o studi privati eccellenti, che da molti anni avevano le caratteristiche per diventare centri convenzionati. Perché la Regione attraverso l’Ulss7 non ha pensato di valorizzare i centri privati già presenti al posto di convenzionarne uno che è stato creato da zero da un privato che gestisce altri Centri Medici esterni a Bassano?

– La nostra regione vuole veramente sostenere la sanità pubblica e semplificarne il funzionamento? Abbiamo saputo che alcuni pazienti che hanno fatto la visita fisiatrica nel centro privato convenzionato di Castelfranco (gestito dallo stesso gruppo di quello di Bassano) siano stati mandati a fare le terapie in quello di Bassano. Questo è strano, molto strano: noi avevamo capito che i pazienti non potessero fare la visita presso una Ulss e ricevere il trattamento riabilitativo presso un’altra Ulss. Due pesi e due misure?

Queste sono le domande che ci poniamo, anche perché utilizzare una parte di bilancio dell’Ulss Padovana per permettere la convenzione di un centro riabilitativo nel territorio di un’altra Ulss che, di fatto, non ne aveva bisogno ci sembra una cosa bizzarra, che richiede chiarimenti.

250 mila euro non sono pochi per la convenzione fino a fine 2017 (alcuni mesi di avvio) e permetteranno al centro privato in questione di erogare prestazioni con grande generosità, “a
buffet” come scrivevamo nel titolo. Infatti nei buffet solitamente non si mangia perché si ha realmente fame ma si mangia più del necessario (finché ce n’è) proprio perché il cibo viene
offerto in abbondanza.

L’ultima domanda allora viene spontanea: nel 2017 abbiamo utilizzato i soldi dell’Ulss Padovana (soldi di tutti…), nel 2018 invece chi metterà i soldi e quanti?

Questi soldi, al posto di sostenere il privato, non potrebbero essere destinati per l’assunzione di altro personale, strumentazioni, corsi e formazione per i dipendenti e per i medici, per migliorare l’offerta riabilitativa dell’Ospedale S. Bassiano?

Come Lista Civica siamo preoccupati perché le scelte del governo regionale non vengono spese informando i cittadini, e perché queste scelte non porteranno a un miglioramento della
sanità pubblica ma favoriranno il privato a spese dei cittadini. Non è questa l’autonomia che ci aspettiamo.

PREVENIRE E CONTRASTARE LE MOLESTIE E LA VIOLENZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Questa mattina in Sala Chilesotti del Museo Civico di Bassano del Grappa si è tenuto un interessante convegno dal titolo “Prevenire e contrastare le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro”.
La città di Bassano insieme a Vicenza, Schio e Valdagno è stata scelta per avviare un progetto di prevenzione e cura delle molestie nel mondo del lavoro.
La Consigliera di Parità di Vicenza, Chiara Ghisin ha comunicato il percorso formativo – informativo dell’accordo quadro sulle molestie e violenza nei luoghi di lavoro sottoscritto nel marzo del 2016 dalle parti sociali, economiche e sindacali vicentine. Si sono alternate relazioni di donne rappresentanti di varie realtà lavorative, sindacali e associative che hanno fatto emergere dati preoccupanti sulla parità di genere in ambito lavorativo insieme a episodi di molestia che rimangono nascosti per paura di perdere il posto e per vergogna.
Interventi molto significativi nell’intento di condividere strumenti e conoscenze per prevenire e contrastare molestie e violenza . Un convegno importante a pochi giorni dalla “Giornata contro la violenza sulle donne” del 25 Novembre.
La nostra consigliera Teresa Santini ha partecipato a questa importante mattinata.

#rispettoperledonne

PREVENIRE E CONTRASTARE LE MOLESTIE E LA VIOLENZA NEI LUOGHI DI LAVORO.

Questa mattina in Sala Chilesotti del Museo Civico di Bassano del Grappa si è tenuto un interessante convegno dal titolo “Prevenire e contrastare le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro”.
La città di Bassano insieme a Vicenza, Schio e Valdagno è stata scelta per avviare un progetto di prevenzione e cura delle molestie nel mondo del lavoro.
La Consigliera di Parità di Vicenza, Chiara Ghisin ha comunicato il percorso formativo – informativo dell’accordo quadro sulle molestie e violenza nei luoghi di lavoro sottoscritto nel marzo del 2016 dalle parti sociali, economiche e sindacali vicentine. Si sono alternate relazioni di donne rappresentanti di varie realtà lavorative, sindacali e associative che hanno fatto emergere dati preoccupanti sulla parità di genere in ambito lavorativo insieme a episodi di molestia che rimangono nascosti per paura di perdere il posto e per vergogna.
Interventi molto significativi nell’intento di condividere strumenti e conoscenze per prevenire e contrastare molestie e violenza . Un convegno importante a pochi giorni dalla “Giornata contro la violenza sulle donne” del 25 Novembre.
La nostra consigliera Teresa Santini ha partecipato a questa importante mattinata.

Un po’ di ringraziamenti per la cena di BxT

Grazie di cuore a tutti i numerosi partecipanti alla cena!
La vostra allegra presenza è stata preziosa ed ha permesso di rendere la serata indimenticabile.
Il vostro entusiasmo ci ha dato tanta carica e motivazione!
Ringraziamo il sindaco Riccardo Poletto per la presenza, ringraziamo gli amici che hanno rappresentato il gruppo di maggioranza: Paola Bertoncello e Bruno Bernardi (cameriere d’eccellenza), ringraziamo il presidente di quartiere Angarano Gianni Castellan.
Grazie a Sonia per la cordiale accoglienza in Villa Angaran S. Giuseppe.
Grazie ai sostenitori, agli amici e a tutti i simpatizzanti della lista. Facce storiche e facce nuove.
Un particolare ringraziamento va a tutta la squadra che ha organizzato la cena in maniera eccellente, preparando squisitezze con ingredienti genuini e locali. Senza di loro che dal pomeriggio si sono messi al lavoro e senza tutti i camerieri volontari e quanti poi alla fine hanno sistemato e pulito tutto non sarebbe stato possibile organizzare un così bel momento partecipativo.
Barbara, Pio, Anna, Redento, Isa, Federica, Dario, Livio, Paola, Egidio, Saida, Evelyn, Elisa, Lucia, Sandra, Andrea, Toni, Silvia, Muy, Mariano e a tutti quelli che hanno messo a disposizione i numerosi premi della lotteria!

Vi salutiamo con una frase di una canzone di Luca Bassanese:
“Abbiamo tutti un sogno da inseguire
non lasciarlo andare
dentro quel sogno
c’è la tua parte migliore.
E’ la parte migliore di te
di cui il mondo ha bisogno” 😉

Alla prossima!!!!
Un caro saluto
Renzo, Teresa, Alessandro, Oscar